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Gilles Villeneuve
la febbre
Gilles Villeneuve irrompe nel mondo della Formula 1 nel 1977. Un personaggio nuovo, sconosciuto al grande pubblico benché nel suo Paese sia già popolare: campione di motoslitte e campioncino nelle competizioni automobilistiche minori. Al suo secondo Gran Premio è già un pilota ufficiale della Ferrari; quasi nessuno sa spiegarsi il perché e non pochi criticano apertamente la scelta del costruttore di Maranello.
Ma il personaggio Villeneuve cresce con rapidità, va sempre più forte, rischia più di tutti, vince anche quando la vettura che guida difetta di competitività, lotta per il primo posto, ma anche per il penultimo, con una determinazione sconosciuta a tanti, non si arrende mai. Ha il viso di un adolescente che non può non intenerire; piace a tutti, uomini, donne, anziani, bambini e scatena un morbo che contagia mezzo mondo.
Anche io ho la febbre Villeneuve!
1974
1974
La sua prima gara in Formula Atlantic, il 26 maggio del 1974, la disputa sul circuito di Westwood vicino a Vancouver dove arriva terzo impressionando gli avversari per la determinazione agonistica. Nelle due gare seguenti, ad Edmonton e a Gimli, termina piuttosto in sordina con un ventiduesimo posto ed un ritiro. Ma è nel successivo circuito di Mosport che Gilles conosce un altro elemento delle corse automobilistiche: l'incidente con conseguenze fisiche.
È il primo giorno di luglio, siamo a nove giri dall'inizio della corsa quando la ruota anteriore della sua March urta quella posteriore della vettura che lo precede, la sua auto si scompone e
1974
1974
in un disperato tentativo di frenata, finisce contro le protezioni fratturandosi la gamba sinistra. Villeneuve è costretto a fermarsi per circa un mese, poi ai primi di agosto non ne può più: si libera dell'ingessatura e guida la sua Ford Mustang fino ad Halifax per allenare il piede all'uso della frizione. Si qualifica nelle prove e parte ma il dolore all'arto infortunato lo costringe a ritirarsi; riprenderà regolarmente la stagione solo all'ultima gara sul circuito cittadino di Trois-Rivierès ritirandosi ancora una volta per una collisione.
Gli anni successivi saranno più fortunati e Gilles dimostrerà tutto il suo valore dominando la categoria nel 1976 e nel 1977, aggiudicandosi il titolo per due anni consecutivi.

1977
1977
Il debutto di Gil in Formula 1 avviene il 16 luglio 1977 a Silverstone con una McLaren, ma solamente tre mesi dopo è già al volante di una Ferrari nel Gran Premio del Canada a Mosport. Il 23 ottobre dello stesso anno, durante il sesto giro del Gran Premio del Giappone sul circuito del Fuji, la sua Ferrari tampona la Tyrrell dello svedese Ronnie Peterson: la vettura spicca il volo capovolgendosi in aria, ricade di muso, torna a decollare ed atterra in mezzo ad un gruppetto di spettatori che sostano in una zona vietata al pubblico.
1977
1977
Il tragico incidente ha un bilancio di due morti e dieci feriti, una delle persone decedute era un commissario di pista che stava disperatamente cercando di far spostare la gente in una zona più sicura.
Gilles rimase molto scosso ma non si sentì mai colpevole di quanto era accaduto: "Noi piloti rischiamo la vita in ogni istante e l'errore può sempre capitare, non possiamo preoccuparci anche degli spettatori. Sono comunque terribilmente triste per le persone che hanno perso la vita, ma erano in un posto dove non avrebbero dovuto stare e non mi sento responsabile per la loro morte, quelle persone non dovevano trovarsi lì, la colpa è dell'organizzazione." Questo fu il suo breve commento.

1978
1978
Per il pilota canadese il 1978 è un anno di transizione. Quasi tutti i circuiti del mondiale sono a lui sconosciuti. Impara le piste, conosce e valuta gli avversari, commette tanti errori, ma in qualche gara dimostra già un grande potenziale, un ritmo da cavallo di razza, un talento che aspetta solo di esprimersi e coglie la sua prima vittoria.
Arriva così il 1979, l'anno che porta alla ribalta Villeneuve in tutte le cronache sportive e non. Gil diventa un personaggio per gli azzardi e le follie che compie alla guida della sua Ferrari 312T4, ma diviene anche un punto di riferimento per molte persone che vedono in lui la voglia di non sentirsi mai sconfitto, l'innato desiderio di primeggiare in tutto senza però mai sacrificare alcuni valori fondamentali quali l'onestà, la sincerità e l'amicizia.
Ci sono diversi episodi in quell'anno che alimentano la passione per il piccolo canadese volante. Gran Premio di Francia: sul circuito di Digione si assiste ad uno dei più memorabili duelli che la storia della Formula 1 abbia mai vissuto. Ore 14, Villeneuve scatta in testa dalla seconda fila, il canadese brucia tutti e tiene un'andatura forsennata, ma circa a metà della corsa, Jabouille lo supera in fondo al rettilineo dei box. Intanto Arnoux incalza e recupera parecchi secondi. Siamo a tre giri dalla conclusione della gara, la Renault turbo di René Arnoux è alle spalle della Ferrari di Gilles che si trova in seconda posizione dietro all'altra Renault turbo di Jean Pierre Jabouille;
1979
1979
1979
dopo diversi tentativi lo passa ma, con una staccata al limite, Gilles ripassa l'avversario a ruote fumanti, i due proseguono così, affiancati per diverse curve toccandosi più volte, ruota a ruota per altri due interminabili giri. Alla fine Villeneuve avrà la meglio e giungerà secondo. Sul podio l'emozione è grande: "Paura? Nemmeno per sogno, è stato molto divertente." commenta Gilles. "Per un po' ho temuto di finire fuori pista comunque è stato tutto bello, tutto sportivo." dichiara Arnoux.
Ma su quella pista era successo qualcosa d'irripetibile...
1979
Qualche settimana dopo a Zandvoort durante il Gran Premio d'Olanda, Gil si rende protagonista di un episodio che farà discutere, ma che comunque rende l'idea del suo spirito di indomito combattente. Villeneuve è al comando ma si rende conto che le gomme si stanno usurando e che una, in particolare, sta cominciando a sgonfiarsi.
Gilles continua e, attaccato da Alan Jones, compie uno spettacolare testa-coda. Non si ferma ai box, come sarebbe stato logico, per cambiare gli pneumatici, ma prosegue e finisce nuovamente fuori pista con il pneumatico posteriore sinistro ormai completamente afflosciato. Deve praticamente compiere un intero giro per rientrare ai box e lo compie con la smania di non perdere troppo tempo. Fila come un razzo tanto che il cerchione comincia a strisciare sull'asfalto fino a quando non si rompe completamente anche la sospensione. Villeneuve continua imperterrito con il troncone posteriore quasi divelto che sprizza scintille ed ondeggia paurosamente; si ferma ai box, non c'è niente da fare ed è l'amara conclusione di una gara che ha acceso l'entusiasmo dei tifosi ma che, al tempo stesso, accende anche infuocate polemiche.
Ormai Gil ha firmato un modo tutto suo di guidare, di concepire le corse; c'è chi lo accusa di partenze forsennate e di condotta in pista da codice penale, ma in effetti Villeneuve sta marcando un'epoca, sta dimostrando a tutti che le sue prodezze non sono solo un modo di condurre una vettura, ma soprattutto una sua personale filosofia di vita.

1980
Durante il Gran Premio d'Italia sul circuito di Imola, nel settembre del 1980, Gilles subisce l'incidente più spaventoso e spettacolare della sua carriera. Siamo nel sesto giro e la Ferrari 312T5 del canadese esce di strada prima della curva Tosa (la curva che gli sarà intitolata in seguito, dopo la sua scomparsa).
"Viaggiavo quasi a 280 all'ora - racconta - e le gomme probabilmente erano ancora fredde. Fatto sta che alla staccata della Tosa un pneumatico è scoppiato e la macchina ha sterzato violentemente verso sinistra fracassandosi contro il muretto di protezione, è stata una botta terribile." La macchina rimbalza in pista e Villeneuve viene evitato per miracolo dal gruppo che lo segue ancora compatto, solo l'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli finisce sui detriti forando a sua volta una ruota che lo costringe al ritiro. Gilles fortunatamente è incolume ed esce da ciò che rimane della sua vettura ferma in mezzo al tracciato; solo un bello spavento per tutti.

1981
Monte-Carlo 1981 è una data storica perché verrà sempre ricordata per la prima vittoria di un motore turbocompresso in un circuito cittadino e per di più a livello del mare. L'auto vincente è la Ferrari 126C numero 27 e il pilota che la porta al trionfo, sopperendo con la grinta alle manchevolezze della vettura, è Gilles Villeneuve.
Le prove lo vedono partire in prima fila accanto al detentore della pole Nelson Piquet; durante la gara però, il brasiliano commette un errore fatale e si deve ritirare. La fortuna, che in un circuito del genere è sempre meglio averla dalla propria parte, regala a Villeneuve la possibilità di prendere il comando perché la Williams di Alan Jones, che era in testa dopo l'uscita della Brabham di Piquet, comincia ad avere problemi e deve fermarsi ai box. Riparte con un discreto vantaggio, ma non basta. La furiosa rimonta di Villeneuve, pur con una precaria tenuta di strada della sua Ferrari, si concretizza a cinque giri dalla fine con un grandioso sorpasso all'interno prima della temutissima curva Ste. Dévote. È l'apoteosi, Gilles scavalca l'australiano in un punto impossibile e la folla salta in piedi entusiasta. La Ferrari non vinceva da 18 mesi e Gilles taglia vittoriosamente il traguardo con i meccanici che gli vanno incontro piangendo per la gioia.
Quel pomeriggio non si potrà mai più dimenticare...

1981
Ventuno giorni dopo, siamo sul tracciato spagnolo di Jarama ed ecco il commento della stampa: "La più bella corsa degli ultimi dieci anni, forse paragonabile solo alla fantastica gara di Clark a Monza nel 1967. Ha vinto la Ferrari dello splendido, ineguagliabile Villeneuve. La rossa vettura di Maranello ha convinto più qui che a Monte-Carlo; il canadese lo si può assolutamente paragonare ad una belva per classe e grinta eccezionali; non ha lasciato un attimo di respiro per ottanta giri agli avversari alle sue spalle, come solamente i campioni con tanto, tanto cuore possono fare. E pensare che la Ferrari ha forse il telaio con il maggior numero di problemi nel gruppo della Formula 1, un telaio scodinzolante che sul circuito di Jarama portava la macchina da una parte all'altra della pista rovinando di conseguenza le gomme. Poco importa questo a Gilles che conduce la sua rossa vettura di qua e di là, la segue e la corregge in modo incredibile nelle difficili curve che i magnifici telai inglesi invece dipingono. Ora che l'affidabilità del motore turbo è stata raggiunta, con un Nuvolari-Villeneuve così ci si può attendere di tutto..."

1981
1981
L'"Aviatore", così era stato soprannominato Gilles agli inizi della sua carriera per i numerosi incidenti dovuti soprattutto all'inesperienza e ad un pizzico d'ingenuità, ma il termine era usato anche in maniera critica nei suoi confronti perché a volte il pilota eccedeva in irruenza ed agonismo sprecando occasioni favorevoli e possibilità di risultati.
Il modo di accostarsi alle corse di Villeneuve è forse stato troppo passionale, troppo istintivo e immediato per potergli dare un titolo mondiale e sono tanti gli episodi che hanno costellato la sua breve carriera, ma Enzo Ferrari lo difese sempre proprio per quel suo modo di essere e di pilotare. A volte era necessario superare il limite e così anche guidando mezzi non competitivi, Gilles si impegnava sempre al massimo delle sue possibilità:
1981
1981
"Se corri al centodieci percento, è normale che ti possa capitare un incidente o che tu possa finire fuori pista, questo è il mio mestiere ed io non riesco a vivere senza le corse."
Naturalmente tutto questo lo dimostrava in pista come ad esempio sotto la pioggia, nel Gran Premio di casa a Montréal dove, dopo una lieve collisione con la March di Derek Daly, l'alettone della Ferrari si piega: Gilles non si ferma e compie alcuni giri senza visibilità seguendo la traccia asciutta lasciata sulla pista dalle altre vetture. Poi l'alettone vola via e lui difende ad oltranza il terzo posto fino alla fine, salendo sul podio.
1981
Il rapporto con i tifosi era sempre stato particolare, Gilles amava il pubblico anche se il suo carattere era particolarmente schivo; preferiva il contatto con i pochi amici e l'intimità della famiglia, due valori molto importanti per la sua tranquillità interiore. Ciò non toglieva però il fatto che quando veniva invitato a qualche manifestazione, egli non si tirasse mai indietro, per la gioia di tutta la gente che veniva a vederlo. La sua capacità di entrare in sintonia con la folla
1981
era incredibile ed era questo che lo rendeva unico.
Eccolo allora partecipare ad una gara di offshore sulle rive del lago di Como contro altri piloti di Formula 1, in una domenica di settembre del 1981, e dove vince alla grande. Poi il 21 novembre dello stesso anno, presso l'aeroporto militare d'Istrana (Treviso), è il protagonista di una singolare sfida contro un caccia F104 del 51° stormo dell'esercito italiano davanti a centomila spettatori accorsi all'invito dello Stato Maggiore dell'Aeronautica. Una giornata incredibile che vede la Ferrari di Villeneuve duellare e battere l'aereo durante la gara di accelerazione sul chilometro da fermo ed una strana Ferrari priva degli alettoni per poter realizzare una maggiore velocità.

1981
Ecco un'inconfondibile unità di misura della celebrità: Gilles Villeneuve sulla copertina del giornale Time, come era avvenuto nel 1965 con Jim Clark. Ma nel 1981 la sua popolarità aveva raggiunto livelli impensabili, pur non avendo vinto nessun titolo se l'era conquistata con i suoi eccessi in pista dimostrando ogni volta la voglia di non arrendersi mai, anche in situazioni di evidente inferiorità tecnica del mezzo. Venne criticato duramente in quell'anno per alcuni incidenti da lui provocati durante il Gran Premio d'Olanda oppure a Silverstone per esempio, ma Gil era un pilota che aveva sempre la smania di vincere e questo lo portava a fare qualche piccolo errore
1981
che ammetteva senza mai dare colpe alla vettura o alla squadra, senza mai cercare giustificazioni inutili.
Il 23 ottobre 1981, nella tradizionale conferenza stampa di Maranello, Enzo Ferrari disse di lui: "Vorrei sapere chi, fra quelli che lavorano nella Formula 1, che disegnano macchine, che corrono o che scrivono, non commette mai un errore. Può darsi che abbia commesso delle ingenuità: ma quando un pilota, a Monte-Carlo, fa parlare della Ferrari come di una macchina da mondiale e riesce ad arrivare sulla copertina del Time, sette milioni e mezzo di copie, allora vuol dire che qualcosa rappresenta. Villeneuve mi sta bene così com'è, con le sue esuberanze e gli incomprensibili rischi che corre. Lui soddisfa il pubblico, è come un attore, logicamente va alla ricerca dell'applauso: in fondo si recita per questo."

Enzo Ferrari lo ha ricordato così: "Gilles con la sua generosità, con il suo ardimento, con la sua capacità distruttiva che aveva nel pilotare le macchine macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni, freni, ci insegnava cosa bisognava fare affinché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità. È stato un campione di combattività ed ha regalato tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene."

Museo
Statua
A Gilles Villeneuve sono state dedicate molteplici iniziative durante il corso degli anni, alcune preparate frettolosamente a puro scopo di lucro e molte altre invece sono rimaste nel tempo a ricordare il piccolo grande pilota. Il Canada è sempre stato grato al suo conterraneo e di lui ne ha fatto un eroe nazionale. Nello stesso anno della sua scomparsa, il consiglio comunale di Montréal gli dedicò ufficialmente il circuito sull'isola di Nôtre Dame ribattezzandolo "Le circuit Gilles Villeneuve". L'anno successivo, il 1983, sulla linea del traguardo fu dipinta la scritta "Salut Gilles" affinché ogni pilota del passato, del presente e del futuro potesse rendergli omaggio.
Francobolli
1984
Nel 1988 è stato inaugurato il "Musée Gilles Villeneuve" presso il vecchio ufficio postale del piccolo paese di Berthierville dove Gil risiedeva con la sua famiglia d'origine e nel 1995 il museo ha trovato la sua collocazione finale sempre nella stessa cittadina, ma in una sede più appropriata; anche il parco è intitolato a suo nome e al centro vi è la statua in bronzo a grandezza naturale che lo raffigura. Nel 1997, le poste canadesi, per commemorare i quindici anni dalla sua scomparsa emisero una serie speciale di francobolli con la sua effige.
Avenue
Lapide
La tomba di famiglia è quasi nascosta in mezzo a centinaia d'altre, si fa fatica a trovarla, immersa in un'affascinante sobrietà; in fondo Gilles si riteneva una persona qualunque, ma con la fortuna di fare quello che gli piaceva e di essere pagato per farlo. Sfortunatamente Villeneuve tornò al suo Paese molto prima di quanto si fosse prefissato senza lasciare alcun segno di giuntura fra la sua storia e la sua leggenda. Adesso il suo nome è sinonimo di imprese incredibili ma dai contorni sempre più imprecisi e non basta più una foto tirata fuori dall'archivio o un servizio con qualche nota biografica per rassicurare i ragazzi dell'automobilismo sul fatto che
Francobolli
1984
Gilles Villeneuve fosse tutto vero, autentico, e non la solita idealizzazione di un pilota di cui pochi conoscono la vera storia e delle cui imprese nessuno è veramente certo.
Rimangono le testimonianze di coloro che hanno vissuto quegli anni e di coloro che tanto gli hanno voluto bene e che lo amano da sempre. Ancora oggi, a distanza di tanti anni, il suo nome evoca sentimenti di affetto e simpatia e sono molteplici le iniziative alla sua memoria in tutte le parti del mondo, come il monumento eretto sulla via che porta il suo stesso nome, a Fiorano, per accedere al circuito privato della Ferrari.
Chissà quante volte Gil ha percorso quella strada, per andare in pista a provare la sua Ferrari; sicuramente inconsapevole del fatto che stesse transitando lungo la sua eternità... Noi non ti dimenticheremo mai!

SALUT GILLES


Ho pianto e gioito per lui, dopo tanti anni non ho dimenticato i suoi insegnamenti e non ho mai smesso di rammentarlo nelle mie preghiere. Purtroppo, come tanti, non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ho solo avuto la possibilità di inginocchiarmi davanti alla sua lapide e dedicargli qualche pensiero. Avrei voluto dirgli tante cose, ma ho capito che fino a quando lo ricorderò, sarà con me, nel mio cuore e per sempre...

GV
Questo sito è dedicato a te e a tutti coloro che ti hanno voluto bene.
GRAZIE GIL.
Gilles Villeneuve


Era giunto in cima alla sua montagna e certamente, da lassù, vedeva le cose in un'ottica
diversa  dalla  nostra,  di  noi  che,  umili  formiche,  abbiamo  scelto  di  vederle  dal  basso.


(Jeff Hutchinson da "Grand Prix International magazine" del 13 maggio 1982)